The Pisa Mayor said the city will take care of cleaning up the damage. But the sad fact is that the synagogue as a whole is a very bad repair. Writing on moked.it, the web site of the Union of Italian Jewish Communities, Journalist Piera Di Segni says it is in a "particularly alarming" state, closed for use for more than a year because of serious structural damage and a hole in the roof. Photographs on the site show missing tiles in the roof.
You can see an earlier article, from last summer, in the Florence newspaper La Nazione, by clicking HERE.
The synagogue was built in the 16th century (transforming an earlier medieval structure) and remodeled in the 1860s by the architect Marco Treves.
The Moked.it article is part of a series the site is posting on Jewish cultural heritage in Italy.
For Italian-readers, I'm posting Piera Di Segni's entire article below. You can see the entire series at the culture section of the moked.it site.
Beni da salvare 6 Pisa: “La sinagoga è in pericolo” Nel panorama del patrimonio artistico ebraico italiano c’è una situazione particolarmente allarmante: la sinagoga di Pisa. Inagibile a causa di gravi danni al tetto e alle strutture, è chiusa da oltre un anno. “Noi qui svolgevamo le funzioni religiose il sabato e le feste, ora siamo costretti a pregare nel sottoscala”, è il grido di dolore che arriva da Guido Cava, presidente della comunità. La situazione danneggia prima di tutto la vita religiosa della comunità, ma non solo: ”la sinagoga era aperta alle scolaresche di tutta la regione che facevano qui delle visite guidate e imparavano qualcosa sulla nostra storia, sull’ebraismo“ aggiunge il presidente. Il fatto che sia chiusa “è un danno per tutta la collettività”. Al piano terra, alla base di un ampio scalone, sono sistemati alcuni banchi e un Aron, un oratorio improvvisato dove gli ebrei di Pisa, nell'ultimo anno, si sono adattati a fare tefillah. E quando si entra nella sala di preghiera, al primo piano, si notano subito i segni dei danneggiamenti: crepe che si aprono come ferite lungo i muri e la volta, macchie di umidità che mangiano a poco a poco i colori delle decorazioni, macchie bianche di intonaco che tradiscono interventi fatti con urgenza, per bloccare danni maggiori. Salendo fino al matroneo, più vicino alla volta, sono ancora più visibili i danni provocati dal lento e inesorabile stillicidio dell'acqua penetrata attraverso il tetto, che si era infiltrata anche nell'Aron, l’armadio che custodisce i rotoli della Legge. La sinagoga di Pisa, in via Palestro, nei pressi del Teatro Verdi e non lontano dall’Arno, fu ristrutturata nelle sue forme attuali a metà dell’800, modificando un tempio che risaliva al 1500, nato a sua volta dalla trasformazione di antichi edifici medievali. Il progetto fu affidato all’architetto Marco Treves, nato a Vercelli, protagonista dell’architettura sinagogale dell’epoca dell’emancipazione in Italia: nell’archivio della comunità sono conservati alcuni suoi disegni autografi che illustrano il progetto col sapore del tempo. La facciata è semplice, ma ben riconoscibile dall’esterno. La sala di preghiera, sobria ed elegante, in stile neoclassico, è illuminata da ampie finestre sui due lati; il matroneo è sorretto da colonne e la sala è sormontata da una volta ricca di decorazioni. “La volta è una carena di nave rovesciata: sotto al tetto ci sono delle doghe di legno, dei travicelli che sorreggono un incannucciato. Questa base di cannette è stata intonacata a calce e poi sono state fatte le decorazioni, che sono tempere, non affreschi”, spiega l’ingegner Piero Cesare Rini. La volta ha subito gravi danneggiamenti: crepe, macchie di muffa e di umidità sono i segni visibili di un danno ancora più grave. Un anno fa forti infiltrazioni d’acqua hanno provocato un crollo del tetto. Approfittando del varco i piccioni vi hanno nidificato, producendo quintali di guano e peggiorando la situazione. Il danno è stato tamponato provvisoriamente, con un primo intervento d’urgenza di 35.000 euro finanziato con i fondi della legge 175. Ma le strutture e la volta corrono seri rischi. “La copertura a volta e il tetto sono interconnessi tra di loro, non possono essere smontati e rimontati, vanno restaurati” sottolinea l’ingegner Rini. Si prospetta dunque un intervento molto delicato e complesso che viene ad aggiungersi al complessivo progetto di restauro architettonico e archivistico per il quale sono stati richiesti i finanziamenti della legge 175 per oltre 600 mila euro. “Il meccanismo dei finanziamenti è complicato” spiega Federico Prosperi, un giovane medico che, da volontario, si occupa degli aspetti burocratici “prima si fa il lavoro poi, a consuntivo, arrivano i rimborsi. Per una comunità piccola come quella di Pisa è molto difficile trovare i fondi da anticipare, e si tratta di centinaia di migliaia di euro”. La chiusura della sinagoga sottrae agli ebrei di Pisa il loro centro vitale, ma piano piano si affrontano le varie fasi del restauro: alcuni lavori sono già stati effettuati, iniziando da un importante lavoro sull'impianto elettrico. La speranza è che attraverso i finanziamenti richiesti questa bella sinagoga torni ad essere il centro della vita della comunità e venga e restituita alla città, come parte importante della storia e della cultura ebraica, ma anche pregevole testimonianza del patrimonio artistico italiano. Piera Di Segni |
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